Progetto 'TreTrentaseiMesi', centri ludici a rischio chiusura: monta la protesta dei genitori
Nel pomeriggio la manifestazione davanti all'ex scuola Melo, una delle due strutture in cui è stato avviato il servizio. L'assessore: "Servono 500mila euro"
"Se non riceviamo un nuovo finanziamento da 500mila euro dal Ministero o attraverso i buoni di servizio della Regione, non sappiamo se ripartirà il progetto". L'assessore al Welfare del Comune di Bari Francesca Bottalico fa chiarezza sul futuro dei due centri ludici - nell'ex scuola Melo del quartiere Libertà e a Poggiofranco - in cui è stato avviato da marzo dello scorso anno "TreTrentaseiMesi", con lo scopo di fornire ai piccoli - dai tre ai 36 mesi appunto - un luogo in cui divertirsi, con attività creative come animazione, teatro e musica.
Sono proprio gli immigrati, a detta dei genitori, quelli maggiormente penalizzati dalla possibile chiusura del centro ludico. "Sono persone che non sanno neanche come accedere alle graduatorie degli asili nido, invece qui le porte sono aperte e con personale che noi riteniamo migliore di quello dei nidi" conclude Antonacci. Effettivamente i genitori hanno scelto espressamente questa struttura, "poiché il regolamento comunale non permette di accedere ad entrambe le graduatorie, quella degli asili e quella dei centri ludici" spiega Marina Gallo. "Da noi basta semplicemente iscriversi e, fino ad esaurimento dei posti, 25 bambini la mattina e 25 il pomeriggio, i piccoli giocano e imparano, vengono costantemente accompagnati dagli otto operatori attivi, tra cui educatrici, atelieristi e collaboratori".
Rispetto allo scorso anno i termini di uscita del bando sono ormai passati e manca poco più di un mese al termine del progetto, la cui data di stop è fissata al 28 luglio. Nel frattempo da Palazzo di città non stanno con le mani in mano: "Abbiamo fatto diversi incontri a Roma con il Ministero per richiedere i fondi - assicura l'assessore Bottalico - e il sindaco di Bari Antonio Decaro, in nome dell'Anci nazionale, sta lavorando affinché i finanziamenti continuino anche a favore di altri Comuni che si trovano nella stessa situazione". Se però i fondi non dovessero essere trovati, il progetto potrebbe sopravvivere, ma a pagamento. "Auspichiamo di poter ripetere l'iniziativa gratuitamente, come è stato fatto finora in via straordinaria, ma questo dipenderà dalle risposte che avremo dalle istituzioni. Altrimenti si potrebbe pensare a graduatorie basate sul reddito come attualmente avviene negli asili nido".