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Rinviato - Al Teatro Traetta di Bitonto in scena “About Lolita”

ATTENZIONE:Rinviato a data di prossima comunicazione lo spettacolo "About Lolita" previsto per domani, venerdì 28 gennaio, al Teatro Traetta di Bitonto per la stagione di prosa 2021/2022 del Comune di Bitonto in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.

I biglietti già acquistati saranno validi per la nuova data. Rimborso dei biglietti prossimamente attivo nella sezione https://shop.vivaticket.com/it/rimborsi

Prosegue la stagione di prosa 2021/2022 del Comune di Bitonto in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Il prossimo venerdì 28 gennaio sul palco del Teatro Traetta ci saranno Gaja Masciale, Andrea Trapani, Francesco Villano con “About Lolita”, che è troppe cose per sintetizzarle in una frase sola.

Lo spettacolo, prodotto da Teatro Metastasio di Prato e Fattore K per la regia di Francesca Macrì, indaga i mille volti della figura di Lolita, protagonista del capolavoro di Vladimir Nabokov e dell'omonimo film di Stanley Kubrik, ma non solo.

INFO

Teatro Tommaso Traetta

Largo Teatro, 17 Bitonto

Tel. 080.3742636

Comune Di Bitonto

Ufficio Cultura

Tel. 080. 3751877

www.comune.bitonto.ba.it

www.teatropubblicopugliese.it

SCHEDA SPETTACOLO

Teatro Metastasio di Prato e Fattore K

ABOUT LOLITA

con Gaja Masciale, Andrea Trapani, Francesco Villano

drammaturgia Francesca Macrì, Andrea Trapani

regia Francesca Macrì

disegno luci Gianni Staropoli

un progetto di BIANCOFANGO

in collaborazione con TWAIN Residenze di spettacolo dal vivo

Lolita è troppe cose per sintetizzarla in una frase sola. È l’annebbiamento della testa, il sogno di paradisi possibili e inferni prossimi, un inno alla straordinaria potenza del pensiero, il nascondiglio dell’anima dentro cui scomparire e sprofondare, un omaggio alla fantasia, il delirio estetico-erotico di una fragilità, un viaggio lungo i lastricati sentieri della pornografia in cui il viaggiatore non cessa mai di sollevare lo sguardo verso i luccicanti paesaggi che costeggiano il peccato. Lolita è lo straordinario romanzo di Nabokov, è l’immagine della ragazzina in costume da bagno che guarda senza pudore la macchina da presa e lo spettatore dell’ancora più noto, forse, film di Kubrick. Lolita è una parola sul vocabolario, è una ragazzina che ciascuno di noi ha conosciuto, almeno una volta, nella vita, è un mito, un modo di dire, una proibizione, un implicito non esplicabile, un fatto scabroso, un trafiletto nella cronaca nera, un peccato, è il ricordo delle bambine che siamo state, è la violazione dell’infanzia e al contempo il disegno di un’infanzia e di una preadolescenza che ancora facciamo fatica ad accettare nella loro sconvolgente sessualità. Lolita è un verbo: è giocare con il fuoco, è inciampare, fraintendere, desiderare fino a rimanere senza fiato. Lolita è più di ogni cosa, nel quotidiano, un giudizio, ma per noi è innanzitutto un dialogo con l’arte che per sua natura, per essere tale, non può che accogliere in grembo, insieme, dolore e piacere, beatitudine e tortura. Lolita è roba da censura. Ma si può censurare il piacere? O il pensiero del piacere? E che differenza esiste tra il piacere pensato e il piacere agito?


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