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Torna la VI edizione di ''Caffè ristretto'', la cultura nelle carceri di Bari

Istruzione e cultura possono cambiare la vita. Anche in carcere. Soprattutto in carcere. È questo l'assunto di base da cui sei anni fa è nata a Bari l'esperienza di Caffè Ristretto, laboratorio di scrittura creativa per detenuti del carcere maggiore "Rucci", che da tre anni si rivolge anche ai detenuti dell’Istituto Penitenziario Minorile "N.Fornelli" (salutato sempre con grande disponibilità da parte di entrambe le direzioni /amministrazioni penitenziarie).
 

Ideato, organizzato e curato dalla scrittrice e drammaturga Teresa Petruzzelli, in collaborazione con l’insegnante e operatrice culturale Mariangela Taccogna, Caffè ristretto vuole essere un intervento educativo strutturato, coordinato e coerente per un percorso di osmosi culturale e artistica tra il dentro e il fuori. Un'agorà aperta al confronto, diretto e attivo, su temi e problematiche generati dalla letteratura. Finanziato anche quest'anno dall'Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Bari al CPIA I di Bari , il progetto ha l'obiettivo di creare percorsi e spazi culturali all'interno delle sedi carcerarie, supportare il percorso di crescita dei detenuti coniugando la proposta culturale con il benessere e la realizzazione personale dei detenuti, nel rispetto delle differenze di ciascuno.
 

Le attività laboratoriali sono curate nella casa circondariale maggiore da Mariangela Taccogna con 4 incontri laboratoriali tematici di scrittura creativa oltre al coordinamento e alla logistica mentre nel carcere minorile, dove inizieranno il 17 e si concluderanno il 28 giugno, saranno curate da Teresa Petruzzelli. In entrambi i casi sono previsti laboratori di scrittura, teatro, cinema, storytelling e incontri con autori, esperti di teatro e giornalisti.

Nello specifico i più giovani lavoreranno sul tema Terra mia. Nel corso degli incontri è prevista la produzione di testi poetici sul tema della nostra terra o su quella di origine dei ragazzi partecipanti. Seguirà anche una pubblicazione dei lavori poetici prodotti dai detenuti dopo la loro presentazione al pubblico che parteciperà all'evento finale fissato per il prossimo settembre (data da definire e confermare).
 

Tra i partecipanti alla fase conclusiva già confermati l'assessore alle Politiche educative Paola Romano e il sindaco di Bari Antonio Decaro. Tra gli ospiti e curatori degli incontri con i giovani detenuti quest'anno compaiono lo scrittore noir barese Alessio Viola, con un laboratorio che prende il via dal suo ultimo libro "Vivere e morire a Levante", il regista Alessandro Piva con un laboratorio cinematografico basato sulle sue produzioni, a partire dal film cult La Capa Gira e la percezione delle periferie, e ancora le Donne di carta-Persone libro-Bari con  il loro intervento "coperta" sul tema delle origini.

Il progetto "Caffè ristretto" conta già cinque intense edizioni ed è continuamente alla ricerca di nuovi interlocutori sociali, che abbiano un ruolo attivo e “pedagogico”, inteso come cambiamento di una realtà sociale locale spesso stantia attanagliata dai luoghi comuni e dallo stigma. Di concerto con la programmazione scolastica penitenziaria i detenuti partecipano attivamente a laboratori, letture e sollecitazioni teatrali: percorsi tematici per veicolare valori di legalità, integrazione e relazione, in una sorta di viaggio immaginario fuori/dentro che è anche un viaggio fuori e dentro di sé.

“Caffè ristretto” vuole essere un intervento educativo strutturato, coordinato e coerente per un percorso di osmosi culturale e artistica tra il dentro e il fuori, che coinvolge docenti, scrittori, giornalisti, operatori culturali, artisti. Un’agorà aperta al confronto, diretto e attivo, su temi e problematiche generati dalla letteratura.


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