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A Spazio Murat la mostra 'Simple Future' di Antonio Ottomanelli

Una riflessione sullo spazio pubblico e quello privato nei centri urbani e di come questi ultimi nella loro evoluzione portino i segni della società che li abita. Osservare la struttura delle città è come vedere la radiografia del contesto socio-politico in cui si vive. 


Giovedì 24 Febbraio alle ore 18.30 s’inaugura la nuova mostra prodotta da Spazio Murat. “Simple Future”, curata da Francesco Zanot, è la prima personale del barese Antonio Ottomanelli che racchiude, attraverso un’installazione mobile e 16 opere fotografiche, una selezione del suo lavoro fino a oggi. Una ricerca sempre in divenire che indaga le incongruenze, le storture, le evoluzioni dello spazio pubblico gettando uno sguardo sul futuro prossimo, attraverso la prospettiva multipla dell’architetto, dell’attivista, dell’artista.

L’esposizione Simple Future è centrata sull’omonimo lavoro di Antonio Ottomanelli, un’installazione composta da quattro elementi mobili che verrà assemblata nel corso dell’inaugurazione alla presenza del pubblico, facendone non soltanto un’occasione di studio e contemplazione, ma anche di produzione attiva e concreta. Progettata come un autentico cantiere di elaborazione artistica, l’esposizione si sviluppa intorno al tema del rapporto tra spazio pubblico (sicurezza) e spazio privato (libertà), questione universale che ha assunto particolare rilevanza nel corso degli ultimi anni con la penetrazione del conflitto all’interno del tessuto della città in occasione di numerosi attentati terroristici (Parigi, Bruxelles, Nizza, Londra, Barcellona, New York...) e con la riduzione degli spostamenti individuali seguita allo scoppio della pandemia. L’opera Simple Future è formata da quattro parallelepipedi che riproducono la struttura di base di un’abitazione secondo il modello teorico dell’existenzminimum formulato dai maestri del razionalismo. Colmati di asfalto, i parallelepipedi (casseformi) mettono subito in crisi la distinzione tra spazio pubblico e privato: il pavimento diventa una strada; la casa è anche città. Messi in moto da un sistema di trazione, a partire da uno stato di calma iniziale i quattro elementi di Simple Future si muovono nello spazio circostante, invadendone alcune porzioni (lo spazio espositivo – pubblico – e quello degli spettatori – privato – si invertono) e generando diverse soluzioni planimetriche e urbanistiche. Sulla base di una sorta di coreografia minima, Simple Future entra in relazione con i visitatori, ne modifica gli spostamenti e la percezione, si muove insieme a loro.

L'installazione Simple Future è stata commissionata dalla fondazione VAF in occasione del premio biennale a cui Antonio Ottomanelli è stato invitato a partecipare. La premiazione si terrà a Kiel. Le opere selezionate faranno poi parte della collezione permanente esposta al Mart di Rovereto. L'opera è stata realizzata grazie alla collaborazione con STIIMA - CNR, Institute of Industrial Technologies and Automation.

La mostra si completa con circa 16 opere fotografiche disposte intorno all’installazione Simple Future su supporti che derivano da scarti di cantiere, che sono degli sfridi di pannelli di alluminio che descrivono una loro propria geometria dei pieni e dei vuoti. 

Estratte dall’archivio di Antonio Ottomanelli, le fotografie non appartengono a una singola serie, ma costituiscono una selezione di singole immagini appartenenti a diversi progetti realizzati dall’autore dall’inizio della sua carriera fino ad oggi. Si evidenzia così la continuità di una ricerca che fino dagli esordi aveva messo al centro i temi della sicurezza pubblica, del conflitto urbano, della forma della città come traccia di tensioni e ferite sociali, del controllo e della sorveglianza. Fotografie del Medio Oriente (Baghdad, Kabul, Gaza) - territorio sul quale Ottomanelli lavora da oltre un decennio rifiutando l’immaginario della guerra per concentrarsi sulla documentazione dei segni di ciò che la origina e la alimenta - si affiancano così a immagini riprese a New York, in Europa e in Italia. Al di là delle specifiche declinazioni locali, Ottomanelli investiga una serie di inclinazioni, urgenze e problematiche globali in un percorso che qui non solo mira a coinvolgere gli spettatori, ma li riguarda, avvicinando tra loro geopolitica ed esperienza quotidiana.

BIO

Antonio Ottomanelli è nato a Bari. Architetto di formazione, Indaga attraverso gli strumenti dell’arte visiva, le relazioni che intercorrono tra l’evoluzione tecnologica, l’autorità, le trasformazioni del paesaggio e la vita quotidiana. Lavori come Mapping Identity e Big Eye Kabul sono realizzati in Iraq e Afghanistan tra il 2011 e il 2014, fanno parte della collezione del FOAM Fotografiemuseum in Amsterdam.

Francesco Zanot è un curatore, saggista e insegnante specializzato in fotografia. Curatore di Camera – Centro Italiano di Fotografia, Torino, dalla sua fondazione al 2017, ha successivamente curato le mostre inaugurali dell’Osservatorio Fondazione Prada a Milano. Direttore artistico della Biennale Foto/Industria organizzata dalla Fondazione MAST a Bologna, è direttore del Master in Fotografia di NABA, Milano. Ha tenuto corsi e seminari presso numerose istituzioni e università, tra cui: IUAV, Venezia; ECAL, Losanna; Universitat Politecnica, Valencia; Columbia University, New York.

INGRESSO MOSTRA

24 febbraio – 26 marzo
La mostra è visitabile dal martedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 20.00

Ingresso con contributo libero minimo di 1 euro. L'accesso alla mostra è consentito esclusivamente ai possessori di Green Pass, secondo la normativa vigente.

Info 080.205.58.56 o   


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