Eventi

Musica in Festival 2019 - Mirko Signorile Trio Trip a Locorotondo

Prendi Locorotondo, uno dei Borghi più belli d’Italia, con le sue case dai muri bianchi e gli spioventi a cummerse, e uniscici alcuni dei migliori rappresentanti della scena jazz italiana contemporanea.
Mettici l’estate, che inizia ad entrare nel vivo.

Ecco che otterrai un mix perfetto di atmosfere, sensazioni, suoni.
Tutto questo e molto di più è MUSICAinFESTIVAL, una tre giorni dedicata alla musica jazz, nel cuore del centro storico di Locorotondo.

La manifestazione è organizzata dall’Associazione “Amici della Musica”, con il patrocinio del Comune di Locorotondo. La direzione artistica è di Giovanni Angelini.

Si ringraziano: BCC Locorotondo – Digita – Sartoria Latorre

Ingresso libero/Free entry

Si comincia il 28 Giugno con Mirko Signorile Trio Trip

Mirko Signorile – Pianoforte
Francesco Ponticelli – Basso
Fabio Accardi – Batteria

Sulla mappa a colori del Trio Trip il tocco espressionista di Mirko Signorile. Nuovo album con Auand Records per il pianista pugliese
Accompagnato da Francesco Ponticelli al basso ed Enrico Morello alla batteria.

“Ora meditabondo ora danzante, il nuovo progetto guidato dal pianista Mirko Signorile è la colorata mappa di un viaggio: in “Trio Trip”, in uscita a settembre per Auand Records e finanziato da Puglia Sounds (Regione Puglia - FSC 2014/2020 - Patto per la Puglia - Investiamo nel vostro futuro), il musicista pugliese, impegnato al pianoforte oltre che nella maggior parte delle composizioni, è accompagnato dal contrabbassista Francesco Ponticelli e da Enrico Morello alla batteria.

Lontano dall’essere un lavoro cerebrale o forzatamente strutturato, “Trio Trip” è invece un collage emotivo. La giocosa policromia delle tracce dipinge i quadri di un’intera esistenza con un tocco espressionista: dalle certezze alle inquietudini, ogni pezzo è la fotografia di un momento specifico, di una sensazione, di un luogo. «Ho scritto questi brani di pancia, senza troppo pensare – confida Signorile. – Mi fido molto di quello che sento: è una specie di rapimento quando compongo, un fuoco lento ma continuo».

Confermando il gusto melodico e minimal che ha messo in luce nei lavori precedenti, la fiamma delle composizioni si alimenta a poco a poco, su linee naif o stranianti: ad accendere la miccia è il motivo dai riflessi sintetici che campeggia in “The Blue Ritual” all’apertura del disco. La meditazione danzante di “Indigo Garden” si spalanca all’improvviso su una solarità sorprendente che, con un risvolto più intimo e raccolto, ritorna sullo sfondo di altre tracce, inclusa l’affettuosa “The Colorful Tuner” o la sognante “Orange City”. Se sul lato opposto dello spettro emotivo c’è spazio per l’incertezza sinistra e le corse a perdifiato di “Black Forest”, la tracklist si chiude con un una versione asciutta e sorniona di “Ironic” di Alanis Morissette. Una sorta di appunto per il futuro: la volontà di non prendersi mai troppo sul serio, e l’invito a godersi ogni momento.


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