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“The Tempest” di Shakespeare in scena al Teatro van Westerhout di Mola di Bari

Dalla preparazione alla messa in scena. Atto primo per la Compagnia Diaghilev, che dal 27 al 30 giugno, al Teatro van Westerhout di Mola di Bari (ore 21, domenica ore 20), presenta in forma di studio “The Tempest” (La Tempesta), il capolavoro di William Shakespeare che con la regia di Paolo Panaro verrà allestito in una nuova produzione nel mese di gennaio del 2020, nell’ambito della prossima stagione teatrale. La preparazione è stata già avviata da alcune settimane con un gruppo di giovani attori composto da Apollonia Bellino, Andrea Carpiceci, Altea Chionna, Doriana Costanzo, Ariana Cutrone, Edoardo Epifani, Viviana Giustino, Antonio Guadalupi, Mario Lasorella e Serena Palmisano, con lo stesso Paolo Panaro nel cast degli interpreti. E ora, i primi risultati del lavoro di approfondimento sul testo vengono presentati al pubblico in semplice forma di studio, come momento di riflessione sul pensiero dell’autore, dal quale - nelle fasi successive - si svilupperà l’elaborazione della rappresentazione definitiva.

“La Tempesta” non è solo l’ultimo capolavoro scritto da Shakespeare. È il testo teatrale che chiude irrimediabilmente l’epoca d’oro del rinascimento europeo, decretando la fine della grande stagione della filosofia ermetica e neoplatonica. L’uomo non è più al centro dell’universo, non è più il punto di contatto tra il divino e la materia, fra l’eternità dello spirito e la caducità della materia. L’uomo che emerge agli inizi del Seicento è un essere che naviga sulle acque sterminate e sconosciute di un tempestoso oceano. A volte il viaggio si conclude sulle rive di continenti sconosciuti, altre finisce con un naufragio su una piccola isola deserta.

Testo misterioso, struggente, intriso di uno sconfortante pessimismo verso la natura dell’uomo e il suo destino, verso il significato dell’amore, l’inutilità della politica come strumento della felicità, la vanità della cultura e della sapienza, “La Tempesta” è il canto di addio del mago Prospero che, dopo aver dedicato tutta la sua vita allo studio dei misteri dell’universo, decide di ritirarsi dal mondo. Insomma, è il racconto, metà epico e metà rappresentato, dell’ultima azione di un uomo che, prima di prepararsi alla morte, decide di cancellare ogni traccia di sé. Riflesso degli ultimi anni di vita di Shakespeare, “La Tempesta” è attraversata da una sensazione di imminente apocalisse. Perché il mondo, così come lo abbiamo conosciuto, presto andrà incontro al suo irrimediabile tramonto: un’emozione che l’uomo contemporaneo conosce perfettamente, portatore com’è dell’esperienza luttuosa di aver attraversato un mondo che ormai non esiste più. Che fare, allora? Abbandonarsi al naufragio? Oppure cercare un’isola disabitata dove continuare a vivere in un universo che esiste solo per noi?


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