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In scena al laboratorio urbano di Molfetta La Pescatrice di Perle

La vita di una delle intellettuali ‘di rottura’ del Novecento, Hannah Arendt, arriva nella sua trasposizione teatrale alla Cittadella degli Artisti. Domenica 6 marzo alle 20:30 va in scena al laboratorio urbano di Molfetta La Pescatrice di Perle, spettacolo scritto e diretto da Valeria Simone, interpretato da Marianna De Pinto con le scene e il disegno luci firmato da Michelangelo Campanale, già vincitore del premio della Stampa al Roma Fringe Festival 2021.

Nel nuovo appuntamento della Stagione teatrale 2021.22 ‘Tutto Cambia’, a cura di Teresa Ludovico, Marianna De Pinto diretta da Valeria Simone porta in scena una riflessione sul collasso dell’etica partendo dall’esperienza di apolide e rifugiata della filosofa Hannah Arendt, una produzione della Compagnia Acasâ in collaborazione con La luna nel Letto sostenuta dal TRAC_Centro di residenza pugliese.

La pescatrice di perle è uno spettacolo che parte dall’esperienza di apolide e di rifugiata attraverso la quale Hannah Arendt dà avvio ad una riflessione sull’umanità contemporanea irretita nelle maglie della burocrazia e caratterizzata spesso dall’assenza di ‘pensiero’: quell’attività della mente che attiva la capacità di giudicare e di distinguere il bene dal male. Tenendo conto della sua biografia di donna e pensatrice che ha attraversato il ‘900, che è stata internata in un campo di prigionia per ebrei in Francia e ha perso la maggior parte dei suoi amici, dovendo affrontare l’immane tragedia dell’Olocausto, lo spettacolo vuole ripercorrere la storia di quegli anni e guardarla attraverso lo sguardo e la vita di Hannah Arendt, dando attenzione a quegli elementi critici ancora presenti nel nostro tempo - ai rischi che la tradizione occidentale ci ha lasciato, alla fragilità del pensiero che fa tentennare le nostre società verso l’esclusione e le dittature.

Biglietto intero 12 euro, ridotto 8 euro. Botteghino (via Bisceglie 775, Molfetta) attivo tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 17.00 alle ore 20.00. Per info: 39 3921638782 / . E per chi possiede la cashback card di Teatri di Bari, riavrà il 3% del prezzo d'acquisto di biglietti e abbonamenti, oltre a cashback su migliaia di esercizi convenzionati al circuito myWorld. È possibile iscriversi sul sito myworld.com e scaricare l'app myWorld Benefits (disponibile negli store Ios e Android). Il programma completo della Stagione 2021.22 in Cittadella sul sito www.teatridibari.it.

Di seguito la scheda dello spettacolo

Compagnia Acasa

LA PESCATRICE DI PERLE

(breve conversazione con H. A.)

Spettacolo vincitore del premio della Stampa al Roma Fringe Festival 2021

Drammaturgia e regia Valeria Simone

Con Marianna De Pinto

Scene e disegno luci Michelangelo Campanale

Oggetti di scena Porziana Catalano

Comunicazione e ufficio stampa Marilù Ursi

Progetto grafico Maria Grazia Morea

Una produzione Acasâ

in collaborazione con La luna nel Letto

con il sostegno del TRAC_Centro di residenza pugliese

“La pescatrice di perle” è colei che raccoglie i tesori del pensiero e della tradizione che erano andati perduti ed è in grado di renderli attuali, di utilizzarli, talvolta, per raccontare il mondo e o per interpretare, spiegare, i momenti bui del tempo presente. Questo voleva fare Hannah Arendt ed è così che definiva il suo lavoro intellettuale e il suo essere al mondo: il pescare perle dagli abissi del mare riconoscendone il valore incommensurabile. Costretta alla migrazione e ad essere un’apolide in quanto ebrea e perseguitata dalle leggi razziali, la Arendt fu costretta a lasciare il suo paese e la sua ‘lingua madre’, per andare prima in Francia e poi negli Stati Uniti.

“La pescatrice di perle” è uno spettacolo che parte dalla sua esperienza di apolide e di rifugiata attraverso la quale Hannah Arendt dà avvio ad una riflessione sull’umanità contemporanea irretita nelle maglie della burocrazia e caratterizzata spesso dall’assenza di ‘pensiero’: quell’attività della mente che attiva la capacità di giudicare e di distinguere il bene dal male. Tenendo conto della sua biografia di donna e pensatrice che ha attraversato il ‘900, che è stata internata in un campo di prigionia per ebrei in Francia e ha perso la maggior parte dei suoi amici, dovendo affrontare l’immane tragedia dell’Olocausto, lo spettacolo vuole ripercorrere la storia di quegli anni e guardarla attraverso lo sguardo e la vita di Hannah Arendt, dando attenzione a quegli elementi critici ancora presenti nel nostro tempo – ai rischi che la tradizione occidentale ci ha lasciato, alla fragilità del pensiero che fa tentennare le nostre società verso l’esclusione e le dittature.

Hannah Arendt non amava essere definita una ‘filosofa’, perché i filosofi si erano allontanati dalla sfera degli affari umani, creando quella pericolosa spaccatura tra pensiero e azione che ha caratterizzato il cuore della cultura occidentale. Lei si definiva una pensatrice, una esperta di teoria politica; ed è così che noi vogliamo raccontarla, una pensatrice appassionata degli affari umani e con un grande amore per il ‘mondo’.


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