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Due opere di Rota e Puccini aprono l'Agìmus Festival a Mola di Bari

L’opera del Novecento in un confronto tra Nino Rota e Giacomo Puccini, con la messa in scena degli atti unici «Lo scoiattolo in gamba» e «Gianni Schicchi». Il doppio allestimento, martedì 2 luglio (ore 20.45), nel Chiostro Santa Chiara, a Mola di Bari (ingresso libero con prenotazione al numero 368.568412), apre l’AgìmusFestival nella Rete di musica d’arte Orfeo Futuro. E sancisce una nuova collaborazione tra l’associazione diretta da Piero Rotolo e il Dipartimento di canto e teatro musicale del Conservatorio di Monopoli, cui si deve la produzione del dittico.

Tra l’altro, c’è un legame fortissimo tra il Conservatorio di Monopoli e l’opera di Nino Rota. Non solo perché al compositore è intitolato l’istituto, ma anche perché dopo il debutto nel 1959 al Teatro La Fenice su commissione del Festival Internazionale di Musica di Venezia, «Lo scoiattolo in gamba» venne dimenticato per oltre vent’anni prima di essere ripreso nel 1973 al Teatro Piccinni di Bari in una storica esecuzione curata dallo stesso autore, alla quale presero parte molti allievi del Conservatorio Piccini (allora diretto da Rota), che oggi sono docenti sia del Conservatorio di Bari che di quello di Monopoli.

Inoltre, il doppio allestimento è un omaggio a due grandi del Novecento con due titoli che hanno come fil-rouge il tema dell’astuzia. Perché molto furbo è il protagonista dell’opera «Lo scoiattolo in gamba», composta da Rota su libretto di Eduardo De Filippo, il quale aveva elaborato il testo partendo da un compito della figlioletta Luisa. Il personaggio salta, corre veloce e reagisce con prontezza al mutare delle situazioni, lasciando tutti spiazzati. Ed è un gran birbone, pronto a ridersela delle miserie umane - chiamate venalità e smania di possesso - Gianni Schicchi, il personaggio tratto dal librettista Giovacchino Forzano dall’Inferno di Dante Alighieri che dà il titolo ad uno degli atti unici della cosiddetta trilogia di Puccini, della quale fanno parte «Suor Angelica» e «Il tabarro».

Messi insieme, questi due scrigni di genialità musicale e teatrale, composti a distanza di quarant’anni l’uno dall’altro, nel 1959 il primo, nel 1918 il secondo, vedono la firma alla regia di Giovanni Guarino e la direzione musicale di Ettore Papadia sul podio dell’Orchestra da camera del Conservatorio di Monopoli con due cast di giovani interpreti nei quali spiccano Caterina Dellaere e Roberto Calamo, rispettivamente protagonisti nei ruoli dello Scoiattolo e di Schicchi. Completano il cast dell’opera di Rota, Liu Wanlin (Il Re), Roberto Calamo (Il ciambellano), Biagio Cuscito (Un ministro), Oronzo D’Urso (Un autista), Gabriella Sammarco (La Regina) e Simona Caliandro, Luana Calvaro, Lei Liu, Federica Ruggieri, Xu Quin, Wang Jie, Li Zihiun Wang e Zichun Wang Ziyu. In «Gianni Schicchi» cantano anche Chiara Salentino (Lauretta), Caterina Dellaere (Zita), Oronzo D’Urso (Rinuccio), Ma Ke (Gherardo), Antonella Scalone (Nella), Samuele Giuliani (Gherardino), Luo JunJiè (Betto), Liu Wanlin (Simone), Biagio Cuscito (Marco), Jiang Belyl (La Cesca), Vito Tommaso (Spinelloccio e Notaio) e Wang Jie (Pinellino).


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