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La Rimbamband ancora in scena con il suo nuovo spettacolo 'Manicomic' al Teatro Palazzo di Bari

Dopo lo straordinario successo di nove sold out consecutivi, la Rimbamband prosegue con altre repliche straordinarie dello show «Manicomic», una coproduzione con il Comune di Bitonto - Teatro Traetta (sponsor unico Supermercati DOK). Lo spettacolo torna in scena al Teatro Palazzo di Bari (infotel: 351.226.10.88, biglietti in vendita al botteghino e su vivaticket.it), sabato 12 gennaio (alle 21) e domenica 13 (alle 18).

È l'ennesima sfida per il celebre gruppo comico e teatral-musicale pugliese. «Manicomic» è il loro quarto spettacolo, scritto da Tullo, con la regia di Gioele Dix: per l'attore e regista milanese, con il suo autorevole punto di vista squisitamente teatrale, è un ritorno sui sentieri della follia, dopo aver diretto «Matti da slegare» con Giobbe Covatta e Enzo Iacchetti. Alla realizzazione dello spettacolo hanno collaborato diverse professionalità, tutte giovani e talentuose: l'assistente alla regia è Sara Damonte, regia video di Michele Didone, videografica di Vincenzo Recchia, direttore della fotografia Claudio Procaccio, fonica Riccardo Tisbo, disegno luci Andrea Mundo.

Quello della Rimbamband è un teatro in cui la maschera e la comicità vanno a braccetto con la giocoleria, la clownerie, il mimo, e la straordinaria capacità musicale di ogni strumentista. In scena, in un imprecisato luogo di cura, vedrete un medico seguire i suoi quattro pazienti più gravi, affetti da varie patologie: Renato ha frequenti disturbi di personalità multipla, Francesco, il “Rosso”, è un po' Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Vittorio è un alcolizzato cronico, mentre Nicolò ha una grave forma di “neomelodite” ossessiva compulsiva. Come combattere tutto ciò? Con la musicoterapia, l'ippoterapia, l'elioterapia, lo sport e lo psicodramma, ossia la cura delle nevrosi attraverso l’improvvisazione teatrale. Ce n'è di che uscire pazzi, insomma.

Sul palco, insieme ai cinque «rimbambini» più famosi d'Italia, anche un led wall, utilizzato in maniera creativa, in puro stile Rimbamband. E stavolta sono proprio gli oggetti a diventare degli strumenti musicali: tra i tanti, palloni da pallavolo, case-contenitori, palloncini e campanelli, giocando con la “table percussion”, il tip tap ed altro ancora.

La metafora musicale e il gioco teatrale convergono, per ricreare un effetto straniante e stralunato, in un mix di poesia e comicità del tutto originale. Lo spettacolo è al tempo stesso un «trattato» sulla follia e la felicità, un po' come diceva Erasmo da Rotterdam nel suo «Elogio della follia», descrivendo quel mondo che in genere percepiamo come vizio e non come virtù. «In definitiva - scrive il filosofo olandese - la vita degli uomini nient'altro è che un gioco della pazzia».


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