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Visite guidate nei cunicoli di Corato sotteranea

Chi non si è mai lasciato suggestionare dai racconti di una città dentro la città, dal fascino misterioso di vie e gallerie che, al coperto dalla luce del sole, intrecciano una tela inesplorata sotto il piano viario? A Corato la tradizione popolare (vox populi, vox Dei?) vuole che sia presente una fitta rete di gallerie che, sino all’800, metteva in comunicazione i conventi cittadini: un arcano mai stato risolto e che, per questo, è in grado di attirare la curiosità. Interesse che nel prossimo fine settimana potrà cominciare a trovare appagamento grazie a quattro turni di visite guidate in una porzione di cunicoli scoperta e messa in sicurezza due anni fa.

Che il tema sia caro ai coratini (e non solo) ne è dimostrazione l’attenzione che ha suscitato qualche anno fa la mostra (in seno al festival Verso Sud) intitolata “Memorie dal sottosuolo” o anche i ritrovamenti durante i lavori in piazza di Vagno e il Largo Abbazia. Sabato 1 e domenica 2 settembre ci sarà la possibilità di esplorare, con guide tecniche e speleologiche, una parte  della galleria praticabile che da via San Benedetto, a pochi metri dal piano di calpestio, va verso corso Garibaldi.

L’attività rientra nel progetto Archeotour curato da Vivarch e dal Centro Studi Ambientali Terrae per il comune di Corato, inserito nel calendario dell’Estate Coratina e giunto alla quarta edizione.

Tutto è nato da un crollo

Tutto ha avuto inizio nell’aprile del 2016, quando un crollo della pavimentazione in basolato di Corso Cavour (all’intersezione con via San Benedetto) ha aperto uno spiraglio sul una rete di cunicoli. Pensando che potesse trattarsi del tanto atteso ritrovamento delle gallerie che secondo tradizione univano i conventi cittadini, concreto materializzarsi dei racconti dei più anziani e della memoria popolare, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Mazzilli diede mandato allo speleologo Mimmo Lorusso di effettuare l’esplorazione dei cunicoli e il loro rilievo topografico

I risultati dell’attività di ricerca hanno portato alla scoperta di un’antica rete di smaltimento delle acque pluviali (oggi definita “fogna bianca”) in perfetto stato di conservazione e, soprattutto, di funzionamento. Circostanza in grado di cooptare in breve termine l’attenzione del Politecnico di Bari, che ha approfondito il tema nella tesi di laurea in ingegneria civile del coratino Roberto Ferrante e che successivamente ha presentato il lavoro a un congresso internazionale in una pubblicazione scientifica (edita Springer) a firma dallo stesso Ferrante, del ricercatore ing. Ciro Apollonio e del prof. ing. Alberto Ferruccio Piccinni, ordinario di Costruzioni Idrauliche presso l’ateneo tecnico barese.

Da allora l’attività di ricerca sui cunicoli di Corato non si è mai interrotta, accompagnata da un’inesauribile curiosità. Al punto da riuscire ad organizzare una serie di visite guidate in sicurezza, preludio, al termine dell’estate, alla prosecuzione dei rilievi e dell’esplorazione.

Come partecipare: turni, orari, luoghi, attrezzatura e contatti

L’attività sarà svolta sabato 1 settembre (pomeriggio – primo turno alle ore 15:00) e domenica 2 settembre (mattina – primo turno alle ore 9:00). Per ciascuna delle due giornate saranno previsti due turni, composti al massimo da 15 persone. La durata stimata di ogni singola esplorazione guidata si attesta sui 75 minuti.

Entrambi gli appuntamenti sono gratuiti. Per info e prenotazioni (consigliate sino a due giorni prima dall’evento per evitare eccessivo affollamento) ci si può rivolgere all’associazione culturale “VivArch” telefonando al 339.2063223 (preferibile) o inviando, in alternativa, una mail a retevivarch@gmail.com.

L’attività, ideata dall’associazione Vivarch insieme con il Centro Studi didattica ambientale Terrae, sarà coordinata dal presidente Mimmo Lorusso, insieme con Roberto Ferrante e Girolamo Aliberti.

L’attrezzatura in parola si compone infatti di: stivali (sul fondo del cunicolo è infatti sempre presente acqua di falda o piovana), una tuta da metalmeccanico (se possibile, è auspicabile), un casco tipo edile, guanti, un frontalino da posizionare sul casco come punto luce (o in alternativa torcia).


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