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Lettera di uno studente di Architettura: "Studenti non tutelati, abbandono il mio sogno"

"Fare l'architetto era il mio sogno. Ma dopo essermi iscritto al Politecnico di Bari ho cambiato idea: la mia vita universitaria è diventata un vero e proprio inferno. Noi studenti di architettura non abbiamo nemmeno un momento libero per organizzare qualcosa, nemmeno per studiare: siamo costretti a spendere la maggior parte del mio tempo nelle lezioni OBBLIGATORIE. E sono obbligatorie anche nei periodi d'esame, in barba al calendario didattico. Ma non solo: decine di progetti (in un anno si arriva a spendere mille euro per le stampe, che per uno studente non sono certo pochi), frequenze obbligatorie di conferenze (tra l'altro piazzate contemporaneamente ad altre lezioni: gli architetti non hanno ancora il dono dell'ubiquità), lavori in città della provincia di Bari (sempre a nostre spese). Inoltre, a differenza delle altre facoltà, abbiamo solo poche settimane all'anno per preparare i nostri numerosi esami (tra l'altro andando contro il Regolamento Didattico di Ateneo che dice esplicitamente che <>. Sento di aver perso quel senso di indipendenza che sembrava avessi conquistato quando mi iscrissi all'università. Tra gli esercizi da fare a casa ed i gruppi per i progetti, sembra di essere ancora alle scuole medie. Oggi è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: per preparare un esame davvero difficile, devo essere sottoposto a tre prove scritte, prima di accedere all'orale. Nemmeno le selezioni per entrare nella NASA sono così restrittive. Personalmente non mi ritengo tutelato adeguatamente: ho provato a spiegare tali problematiche a chi di dovere (preferisco non fare nomi), venendo brutalmente ignorato. Purtroppo, finché verremo trattati da automi anziché da persone, saremo studenti di Serie B. In università di Serie C. Ed io in Serie B ed in Serie C non ci voglio stare. Per questo abbandono il mio sogno".


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