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Sanità, infermieri Asl della Puglia: è conveniente risarcire un precario superati i 36 mesi di servizio?

A seguito di anni di precariato in violazione di leggi a partire dalla direttiva Ue 70/1999 Ce, la Corte Costituzionale che si sarebbe dovuta esprimere già lo scorso anno, il 17 maggio c.a. ha finalmente discusso sull'abuso dei contratti a termine del personale della pubblica amministrazione.

Dopo la sentenza della Cassazione sezioni unite 5072/2016 dello scorso 15 marzo, emessa recentemente, che vede tutti i lavoratori precari della sanità titolari di contratti di lavoro a tempo determinato sul posto libero per la durata complessiva di 36 mesi risarciti per un massimo di dodici mensilità, si aggiunge la tanto attesa udienza della Consulta con l'auspicio di una sentenza che stabilizzi i tanti precari in servizio, rendendo stabile, il proprio rapporto di lavoro.

Nella sanità pugliese sono centinaia i ricorsi pendenti di infermieri che continuano a sorreggere tutta la criticità assistenziale, presso le aziende sanitarie pubbliche, e dopo anni di contratti a termine si vedono risarciti. Una sentenza che non stabilizza ma al contempo riconosce gravi violazioni contrattuali dopo anni di precariato selvaggio.

Anche la Codacons è scesa in difesa dei lavoratori sanitari aprendo un ricorso collettivo "class action" e stabilendo che le aziende sanitarie non possono ricorrere al continuo rinnovo dei contratti a tempo determinato senza assumere personale.

La sentenza pone sempre più le basi per una possibile conciliazione, visto il perenne blocco del turnover, la cronica carenza di personale e la salvaguardia della cassa regionali, considerando che nella sola ASLBA i professionisti infermieri con più di 36 mesi di servizio ammonta all'incirca a 250 unità e se si considera un indennizzo forfettario intorno a 40 mila euro è facile desumere che quelle risorse destinate al piano assunzionale verrebbero vanificate da uno sterile risarcimento.

Non si comprende cosa porti la regione Puglia a esitare su una possibile transazione nei confronti dei precari infermieri "storici", sapendo che la stessa rappresenta la scelta più rapida per reperire risorse umane e salvaguardare i conti pubblici, già adoperata per i dirigenti sanitari, gli stessi, licenziati dalla sentenza della Consulta e stabilizzati per mezzo della conciliazioni, tale da garantire sicurezza in tutti i presidi sanitari a fronte di personale altamente specializzato e scongiurando altri infiniti contenziosi.

Preoccupa il silenzio assordante di tutte le OO.SS. attente solo nell'incamerare tessere sindacali e mai nel porre azioni concrete, per debellare un vezzo incancrenito chiamato "precariato" .

Anche la pubblicazione del concorso per infermieri della ASLBA, imposto dalla Regione Puglia, seppur costituzionalmente legittimo non ripaga anni di lavoro, in quanto, prevede il superamento di tre lunghe prove quando basterebbe un concorso per titoli con la relativa graduatoria di merito.

Quello che si chiede è il riconoscimento del ruolo che si ricopre da moltissimi anni per poter assistere sempre più pazienti bisognosi di cure dopo anni di formazione sul campo.

INFERMIERI PRECARI "STORICI"


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